mercoledì 17 maggio 2017

La Blue Whale: un fenomeno preoccupante prima che illegale

Da alcuni mesi a questa parte si è sentito parlare in termini allegorici e quasi di nefasta "moda" della cosiddetta Blue Whale, una gara all'autoannientamento contraddistinta iconicamente dall'incisione sul braccio di una balena e ritenuta in genere una finzione surreale senza fondamento o il frutto di qualche devianza, di una recrudescenza emo-pop o di pessimi scherzi.
In realtà il fenomeno, alimentato dalla recente emersione come fenomeno mediatico, non è presente da poco tempo, bensì è una realtà molto oscura presente da diversi anni e purtroppo altro non è che una piccola parte di qualcosa di molto più complesso.
Parlare di un "gioco" del genere non è semplice e il rischio di scivolare in facili sensazionalismi è molto alto, così come è altrettanto concreto il rischio che qualsiasi trattazione possa scatenare inavvertitamente un Effetto Werther (ossia quell'effetto psicologico nato all'epoca della prima diffusione dell'opera tedesca "I dolori del giovane Werther" e in base al quale a seguito della diffusione di un'eclatante notizia di suicidio se ne scatenano molti altri a catena, soprattutto per emulazione o per identificazione con la figura e i patimenti di chi ha scelto di darsi la morte per primo). Soprattutto, cercare di ricostruire la vicenda è ad oggi un lavoro molto complesso a causa della stratificazione di notizie false accanto a quelle più attendibili, oltre che per le origini e le diffusioni di questo triste fenomeno.

A cercare di analizzare il più concretamente possibile i dati a disposizione, la traduzione ed il rimando più o meno implicito sembrano essere le informazioni più certe: il termine "blue whale" si può infatti tradurre letteralmente come "balena blu" e, soprattutto per via dello scopo del gioco in parola, rinvia al concetto del tristemente noto spiaggiamento delle balene sulle coste, che per varie ragioni si ritrovano ben lontano dalle profondità abissali in cui questi cetacei dovrebbero normalmente trovarsi; da qui dovrebbe apparire altresì evidente l'altrettanto implicito rimando alla profonda desolazione che trasmette ogni volta la visione di una balena spiaggiata, desolazione di cui i partecipanti al gioco della "Blue Whale" sono generalmente presi e che spinge a rivolgersi a questa devastante pratica.
Un altro dato abbastanza certo è che la creazione e la gestione della Blue Whale non è una novità estemporanea e non nasce da un concetto del tutto causale: sono infatti diffusi da tempo, soprattutto nel deep web, dei cosiddetti "gruppi della morte", ossia forum, chat e spazi virtuali in cui diversi individui possono parlarsi per lo più senza filtri o controlli di sorta di suicidio e della morte. A onor del vero, pare he non tutti questi gruppi siano favorevoli al suicidio e alcuni invece tentano di parlare apertamente della tematica, anche solo per avere un ascolto discreto. La mancanza di filtri e di specialisti che possano dare un parere qualificato possono però limitare l'efficacia positiva di questi gruppi e spesso dà anzi corda e possibilità anche a malintenzionati di ogni sorta per agganciare soggetti soli e che avrebbero bisogno di interagire con ben altri interlocutori.
Da qui pare che sia nata la Blue Whale e da uno di questi gruppi della morte è scaturita poi la lista delle mosse e delle istruzioni del "gioco", inizialmente diffusa su VKontakte, l'alternativa russa di Facebook. A quella lista e ai gruppi della morte più in generale, stando a fonti giornalistiche locali, sono attribuibili numerosi suicidi giovanili, alcuni dei quali anche filmati!
E da lì si sono moltiplicati i casi di diffusione delle notizie dei suicidi anche in altri Paesi e del gioco anche attraverso altri social network. Su queste diffusioni però l'attendibilità pare essere meno certa e non è dato sapere quali suicidi siano realmente collegati alla Blue Whale e quali invece siano derivati dal citato Effetto Werther o ancora nulla abbiano a che vedere con questo agghiacciante fenomeno.

Ma è proprio a leggere la lista che si scopre il risvolto più macabro ed inquietante: se si riesce a superare l'orrore della consapevolezza del fatto che il gioco prevede una serie sempre più angosciante di prove, una al giorno per cinquanta giorni, volte a lacerare e ad annullare la già fragile forza di volontà dei partecipanti ed improntate al masochismo e all'annichilimento di se stessi e del proprio animo prima della propria vita, il lato peggiore che emerge chiaramente dalla lista è il fatto che il gioco non si svolge su una base esclusivamente volontaria, bensì i partecipanti sono sempre e comunque sotto la direzione e la tutela di un "curatore".
Il lato quindi aberrante di tutta l'intera vicenda è quindi il fondato sospetto che ad orchestrare e ad indurre alla morte altre persone non sia un singolo individuo, bensì vi siano dietro altre persone. E quindi, pur in mancanza di individuazioni e riscontri, non sarebbe irragionevole ipotizzare empiricamente che dietro alla Blue Whale si celi una vera e propria associazione a delinquere finalizzata all'istigazione e all'induzione al suicidio. Quale scopo perverso possa avere tale associazione non è dato saperlo, ma data la diffusione del fenomeno e il fatto che non esiste un solo gruppo della morte l'altro dato empirico sconfortante ed allarmante è costituito dal fatto che questa associazione potrebbe non essere nemmeno l'unica.
Una notizia che pare dare credito a tale oscura ipotesi è quella dell'arresto di Philipp Budeikin, identificato come l'ideatore della Blue Whale... o, a seconda delle fonti, come uno degli ideatori del perverso gioco. Purtroppo l'incertezza regna sovrana e non paiono esservi riscontri certi, ma anche in questo caso è possibile configurare diverse ipotesi di reato a carico di questo soggetto:
  • innanzitutto sono lampanti e clamorose sia l'istigazione sia l'induzione al suicidio. La differenza non è semantica né causale: in termini di legge infatti si parla di istigazione nel momento in cui si cerca senza successo di convincere qualcuno a commettere un reato o un atto comunque vietato; si parla invece di induzione quando l'opera di persuasione riesce e si induce quindi effettivamente qualcuno a commettere un reato;
  • oltre che l'istigazione al suidicio, in Italia viene punito dallo stesso art. 580 del Codice Penale anche l'aiuto al suicidio... e il fatto che qualcuno nello svolgimento della Blue Whale controlli e inciti le persone a farsi del male potrebe facilmente essere considerato proprio aiuto al suicidio;
  • l'ultimo comma dell'articolo sopra richiamato rende punibile l'istigazione al suicidio come un omicidio se la persona che si cerca di convincere o di aiutare a suicidarsi soggetti minori di quattordici anni o soggetti privi della capacità di intendere e di volere... per qualsiasi ragione ed in qualsiasi momento tale incapacità sia venuta a configurarsi. Per cui in Italia un soggetto come Philipp Budeikin sarebbe probabilmente imputabile anche per omicidio;
  • nell'ipotesi non infondata in cui il responsabile non abbia agito da solo, si configurerebbero due possibili ipotesi: la prima è quella del concorso di persone nel reato; la seconda, già richiamata, potrebbe essere quella dell'associazione a delinquere. In mancanza di elementi ulteriori e di accertamenti, queste restano solamente ipotesi, ognuna delle quali necessita di ulteriori riscontri;
  • è stata avanzata ed adombrata l'ipotesi tale per cui l'arrestato non sia altro che un mitomane sociopatico: ebbene, anche in tal caso, se la vicenda avesse luogo in Italia, potrebbe ugualmente passare dei guai, perché si potrebbe altresì configurare un particolare reato: l'autocalunnia, consistente nell'autoaccusarsi di un reato non commesso da lui, per qualsiasi scopo.
Come più volte accennato, la presenza della Blue Whale purtroppo non è che una goccia in un mare molto denso e oscuro.
Il contrasto di questo come di altri fenomeni analoghi non passa per il sensazionalismo, per l'allarmismo o per il clamore mediatico. Passa per la consapevolezza di questo fenomeno triste, deplorevole e deprecabile e passa attraverso la vicinanza ai giovani. Passa soprattutto attraverso il tempo passato a contatto con chi passa un momento di crisi e di smarrimento in un mondo pieno di stimoli, di angherie e di incertezze.
E passa soprattutto per la consapevolezza che vale sempre la scelta della vita nei confronti di chi vorrebbe convincere che invece essa non valga nulla... perché a non  valere nulla è proprio il criminale che induce qualcun'altro a privarsi di quanto di più prezioso ed irripetibile vi sia... o che è tanto pazzo e mitomane da voler apparire come responsabile di qualcosa che non ha nulla di buono.

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