Quando in televisione passa qualche frase in cui si riassume il fatto che un soggetto quasi sicuramente colpevole, dopo essere stato arrestato e non ancora giudicato sia già vergognosamente fuori di galera perché qualcuno gli ha pagato la cauzione, si sta sicuramente guardando un film o un telefilm proveniente dagli Stati Uniti d'America. E per quanto se ne possa pensare, non bisogna dimenticare un dato che è purtroppo invece molto sottovalutato e frainteso: si tratta di un instituto statiunitense ed è in vigore e valido solamente sul suolo e nell'ordinamento statiunitense, non in quello italiano.
In Italia la cauzione che evita la galera prima del processo non esiste! E la cauzione che c'è nemmeno funziona in questo modo...
La situazione ritratta e delineata poco sopra altro non è che quella fase intermedia tra l'esercizio dell'azione penale ed il processo vero e proprio, che in Italia prende il nome di fase cautelare. Quando si viene arrestati in Italia per aver commesso un crimine, si viene sottoposti entro un lasso di tempo molto ridotto ad un'udienza apposita che serve a convalidare l'arresto e a decidere le eventuali misure cautelari volte ad evitare che il soggetto (di cui appare evidente a prima vista una possibile responsabilità penale) vada in giro liberamente a commettere altri delitti o ad inquinare le prove o ancora emigri in un altro Stato.
Senza stare ad indagare in questa sede i vari provvedimenti che il giudice potrebbe adottare se decide di convalidare l'arresto, basti dire che in tale circostanza si può rischiare di finire in galera in attesa di giudizio oppure no, tenendo conto del fatto che la cosiddetta custodia cautelare in carcere viene disposta per legge solo nei casi peggiori, di maggior pericolosità sociale del soggetto in questione e quando le altre possibili misure cautelari non sono in concreto idonee a tutelare la società.
In diritto penale esiste effettivamente una cauzione, definita "di buona condotta" dall'art. 237, ma si tratta di una misura di sicurezza, che quindi con le esigenze cautelari di cui sopra non ha alcuna attinenza.
Si tratta del versamento di una somma di denaro stabilita dalla legge e per un periodo di durata decisa dal giudice per sottoporre il soggetto ad uno stimolo più efficace a tenere una buona condotta: se infatti chi versa la cauzione riga dritto e non commette alcuna azione penalmente rilevante in tutto il periodo stabilito dal giudice, la somma gli verrà integralmente restituita; se al contrario si rende responsabile anche della più piccola violazione del Codice Penale, allora la Cassa delle Ammende (presso cui si deve depositare la cauzione) incamererà definitivamente quei soldi. E visto che la legge ammette la possibilità di pagare la cauzione anche con una fideiussione o addirittura tramite ipoteca, è facile pensare che la perdita di quei soldi potrebbe essere una fonte di guai anche di natura non esattamente penale...
Quindi a questo punto sorge spontanea una domanda: esiste una cauzione diversa? E cosa può essere, se non è penale e non è quella più famosa?
Per converso, la risposta inizia dalla consapevolezza che si tratta di un istituto civile. Per maggior precisione, si tratta di un deposito che funge da garanzia per l'adempimento di un contratto e che, in caso di inadempimento, funge da risarcimento per il naufragio del contratto, ma che in caso di regolare svolgimento alla fine va restituita a chi l'ha versata.
Spesso e volentieri, a onor del vero, viene anche confusa e ritenuta sinonimo di "caparra", dato che anch'essa ha una funzione di garanzia, ma a parte il diverso regime fiscale, viene utilizzata per diverse funzioni di tutela contrattuale e in caso di inadempimento la sua quantificazione varia a seconda di quale sia la parte che recede anzitempo dal contratto.
Quindi, per rispondere alla domanda del titolo di questo pezzo, si può tranquillamente rispondere di "sì"... se si è sicuri della condotta futura della persona per cui la si paga, sia in termini di correttezza penale sia di buona condotta contrattuale.
Senza stare ad indagare in questa sede i vari provvedimenti che il giudice potrebbe adottare se decide di convalidare l'arresto, basti dire che in tale circostanza si può rischiare di finire in galera in attesa di giudizio oppure no, tenendo conto del fatto che la cosiddetta custodia cautelare in carcere viene disposta per legge solo nei casi peggiori, di maggior pericolosità sociale del soggetto in questione e quando le altre possibili misure cautelari non sono in concreto idonee a tutelare la società.
In diritto penale esiste effettivamente una cauzione, definita "di buona condotta" dall'art. 237, ma si tratta di una misura di sicurezza, che quindi con le esigenze cautelari di cui sopra non ha alcuna attinenza.
Si tratta del versamento di una somma di denaro stabilita dalla legge e per un periodo di durata decisa dal giudice per sottoporre il soggetto ad uno stimolo più efficace a tenere una buona condotta: se infatti chi versa la cauzione riga dritto e non commette alcuna azione penalmente rilevante in tutto il periodo stabilito dal giudice, la somma gli verrà integralmente restituita; se al contrario si rende responsabile anche della più piccola violazione del Codice Penale, allora la Cassa delle Ammende (presso cui si deve depositare la cauzione) incamererà definitivamente quei soldi. E visto che la legge ammette la possibilità di pagare la cauzione anche con una fideiussione o addirittura tramite ipoteca, è facile pensare che la perdita di quei soldi potrebbe essere una fonte di guai anche di natura non esattamente penale...
Quindi a questo punto sorge spontanea una domanda: esiste una cauzione diversa? E cosa può essere, se non è penale e non è quella più famosa?
Per converso, la risposta inizia dalla consapevolezza che si tratta di un istituto civile. Per maggior precisione, si tratta di un deposito che funge da garanzia per l'adempimento di un contratto e che, in caso di inadempimento, funge da risarcimento per il naufragio del contratto, ma che in caso di regolare svolgimento alla fine va restituita a chi l'ha versata.
Spesso e volentieri, a onor del vero, viene anche confusa e ritenuta sinonimo di "caparra", dato che anch'essa ha una funzione di garanzia, ma a parte il diverso regime fiscale, viene utilizzata per diverse funzioni di tutela contrattuale e in caso di inadempimento la sua quantificazione varia a seconda di quale sia la parte che recede anzitempo dal contratto.
Quindi, per rispondere alla domanda del titolo di questo pezzo, si può tranquillamente rispondere di "sì"... se si è sicuri della condotta futura della persona per cui la si paga, sia in termini di correttezza penale sia di buona condotta contrattuale.