mercoledì 5 aprile 2017

Non tutti i motivi sono giusti, non tutte le proteste sono lecite

La notizia è poco nota e poco diffusa, così come poco diffusa ed approfondita è stata l'intera vicenda che ha portato al famoso referendum sulle trivelle, conclusosi, come tutti ricordano, con la vittoria del "partito dell'astensione"... e anche del sostanziale disinteresse per la materia.
Ciò che poco si sa, tuttavia, è che a scapito dell'esito del referendum e dell'intera vicenda, il fronte del "no triv" ha conseguito un risultato con la sua attività di protesta e di blocco: l'apertura di un arbitrato internazionale che rischia di costare a tutta l'Italia qualcosa come 160 milioni di Euro in caso di decisione favorevole alla compagnia Rockhopper. La suddetta compagnia che ha promosso l'arbitrato aveva infatti stipulato un accordo per lo sfruttamento di un giacimento petrolifero nell'Adriatico e non ha potuto poi operare per colpa dell'ostruzionismo del citato movimento, avallato dal Governo dell'epoca, e quindi non ha potuto nemmeno pagare all'Italia i diritti di sfruttamento del giacimento (ossia le cosiddette royalties), diritti che sarebbero stati molto utili anche per diminuire un po' il carico della pressione fiscale e poter pensare di avviare delle più sane riforme strutturali in diversi settori.
Quindi per una mera, effimera ed incerta convenienza elettoral-popolare (tutta peraltro da verificare, perché ad oggi le elezioni non si sono ancora tenute), è stata appoggiata la protesta e quindi una sparuta minoranza l'ha spuntata su un accordo internazionale. Le conseguenze di tale scelta e del comportamento della stessa minoranza si stanno manifestando solo adesso... e rischiano di essere molto più salate del previsto, ma non del logicamente prevedibile.
Qualora l'arbitrato dovesse decidere a sfavore dell'Italia, com'è logico presumere, la conseguenza più immediata potrà essere con ogni probabilità un aumento delle tasse per poter ripianare il buco che una simile condanna aprirebbe nei conti pubblici... aumento delle tasse che l'Italia, nelle condizioni in cui si trova, non si può permettere: servirebbe anzi una diminuzione delle tasse per poter risanare e far ripartire l'economia, ma per fronteggiare una simile evenienza internazionale sono ben poche le manovre alternative possibili. E fra queste è esclusa qualsiasi interazione con l'Unione Europea: una dilazione dei conti e margini di manovra ulteriori sono giusti e sacrosanti da richiedere in casi eccezionali da affrontare, come il terremoto di Amatrice, ma per una condanna derivante da un arbitrato internazionale non si potrebbe chiedere nulla. Anzi, di fronte ad una simile richiesta, la reazione comico-umoristica degli altri membri dell'Europa non potrebbe che sorgere legittima e spontanea, lasciando l'Italia da sola ad affrontare una crisi economica ulteriore.
Crisi che però non è esattamente responsabilità dell'Italia a ben guardare, ma solo di uno sparuto e ristretto movimento ideologicamente orientato, che con ben poca scienza e meno coscienza ancora ha arrecato un danno ingiusto all'intera collettività italiana. Un danno che, in teoria, toccherebbe a loro risarcire a tutta l'Italia onorando in prima persona il debito... oppure subendo un'azione di regresso da parte dello Stato, vista la loro responsabilità per questo fatto ingiusto, che ben potrebbe e dovrebbe portare via tutto il patrimonio come indennizzo minimo e parziale per quanto potrebbe essere costretta a pagare l'Italia intera.
Per loro fortuna, incardinare un'azione civile ex art. 2043 c.c., per quanto assolutamente meritata, sarebbe tecnicamente molto difficile da incardinare per varie ragioni, a cominciare dalla competenza territoriale e funzionale dei giudici. Ma forse una citazione per danno erariale potrebbe non essere così improponibile...

Il movimento "no-tap" balzato recentemente agli onori delle cronache rischia non solo di far ripetere la storia appena esposta, ma anche di portare a conseguenze ancora peggiori in questo senso, oltre a tenere una condotta più illegale ancora sotto vari profili.
Assieme agli aspetti civili ed erariali delineati poco sopra, i vari esponenti di tale movimento dimostrano una miopia ed un'incoerenza che rischia di trascendere nella costante contraddittorietà o addirittura nella malafede, come buona parte dei movimenti ideologicamente orientati: gli stessi manifestanti che fondano la loro protesta sul motivo ecologistico di tutela degli ulivi hanno dimostrato di muoversi solo se c'è un accordo internazionale in ballo o una grande opera di portata internazionale da far saltare o ritardare, perché con tutti gli avvenimenti documentati di scempi ambientali che sono avvenuti nelle stesse terre (e di brutali violazioni ai protocolli europei di tutela dell'ambiente riguardo al batterio Xylella) non si è mai alzata una sola voce di protesta e i danni ambientali sono esponenzialmente maggiori, quasi incalcolabili rispetto ad una procedura di espianto e ricollocamento delle stesse piante presta e da effettuare a distanza di poco tempo per la loro salvaguardia durante i lavori.
Tempo che tuttavia gli stessi manifestanti stanno rubando alle piante e alle loro stessa possibilità di sopravvivenza. Tempo che gli ulivi probabilmente non hanno e che quindi paradossalmente rischiano di morire proprio per colpa di coloro che dicono di volerli salvare. Tempo che gli stessi manifestanti stanno perdendo e stanno facendo perdere ad un'opera che a quest'ora sarebbe già terminata o sarebbe ad un buon progresso senza la loro interferenza e la loro plateale ed inutile esibizione di forza di fronte a... a cosa? Allo straniero? Agli accordi presi in sede internazionale? A degli accordi che non creano grandi sconvolgimenti per il territorio e che vanno a vantaggio di tutta l'Italia e quindi anche loro?

Al di là degli aspetti ideologici, tanto ridicoli quanto aberranti se razionalmente considerati, le proteste toccano anche profili giuridici che si stanno facendo sempre più vergognosi ed attuali rispetto alla citata responsabilità civile per fatto ingiusto.
In primo luogo, sono stati riportati ricorsi per chiedere giudizialmente l'arresto dei lavori per eseguire nuove verifiche tecniche in luogo di quelle già effettuate. Un ricorso che sarebbe stato legittimo se le verifiche tecniche non fossero già state effettuate, ma che in questa sede appare quindi piuttosto discutibile, pregiudizievole e soprattutto temerario, sfrontatamente orientato a far perdere tempo con una richiesta manifestamente infondata e che, in sede civile, sarebbe sanzionata per questa stessa ragione per quella che si definisce tecnicamente come "lite temeraria".
In secondo luogo, tutte le proteste sono penalmente rilevanti e sanzionabili: non si rendono forse conto i no-tap (così come i no-tav, i black block, molti centri sociali e gli antagonisti in genere) che il loro ostruzionismo costituisce almeno occupazione di suolo pubblico e violenza privata, reati per cui basta una querela presentata alla Procura della Repubblica per farli tutti arrestare e mandare a processo. E probabilmente non stanno commettendo solo quei reati, se si è arrivati a far esplodere delle bombe carta.
Sono quindi molto fortunati tutti loro che nessuno li abbia ancora querelati per le varie forme di aggressione che stanno perpetuando o che non sia stato ancora autorizzato lo sgombero forzato o l'impiego dell'esercito, che non si limiterebbe ad un contenimento come la Polizia di Stato. O ancora che non sia stato emanato un provvedimento con cui tutti i manifestanti, che stanno illegalmente ed irragionevolmente ostacolando un'opera di pubblica utilità, possano essere identificati e registrati per poter essere poi ritenuti responsabili di tutti i danni causati e di quelli che potrebbero emergere in futuro come conseguenza della loro condotta scriteriata, illecita e probabilmente eterodiretta.
Condotta che probabilmente si potrebbe evitare se solo la gente studiasse e ognuno si informasse e si fermasse a pensare da solo con la propria testa, invece di comportarsi da branco irrazionale con un limitato intelletto collettivo diretto da pochi capipopolo che urlano e sbraitano agitando istinti atavici per niente.

Nessun commento:

Posta un commento