lunedì 10 aprile 2017

Legittima difesa... all'americana o all'italiana?

In tema di legittima difesa, la legge non spende molte parole e ad essa è dedicata una sola effettiva norma, ovvero l'art. 52 del Codice Penale. Articolo che però trova connessioni con altre norme generali dell'ordinamento penale e che si intrecciano per formare un quadro sul quale però vi è ancora oggi molta confusione e che alla luce dei recenti dibattiti occorre nuovamente prendere in esame.
Richiamo quindi sul tema un approfondimento ancora in forma di video, che sintetizza il quadro generale della materia e delle sue interconnessioni.


Quindi occorrerebbe chiedersi quale condotta è prevista come ideale e quindi come comportarsi concretamente in caso di aggressione e di violazione dei propri diritti. La condotta del cosiddetto agente ideale è quella di intimare, anche con l'ausilio di vari strumenti, bleffare e indurre chi aggredisce alla fuga, possibilmente senza toccare e soprattutto senza inseguire nessuno, lasciando che siano le forze dell'ordine a reprimere in concreto la minaccia, in quanto fornite di armi e dei pubblici poteri per intervenire ed arrestare chi viola la legge.
Purtroppo molti episodi di eccesso colposo nascono in parte dalla paura e dalla concitazine di quei momenti, ma anche dalla filosofia del "prima spara poi fai le domande"... una filosofia che ha sempre portato molti più danni che benefici e che, come i troppi casi di cronaca anche recente dimostrano, non rientrano nei canoni della legittima difesa o fanno sospettare che il caso sia anche più grave.

I più recenti casi e le più recenti richieste di avviare l'ennesima riforma sembrano spingere la materia ancora più che nel 2006 verso una sorta di versione americana della legittima difesa e non sono rari i casi di vere e proprie bufale quando non di vere e proprie bestialità giuridiche che vorrebbero l'estinzione del "reato di legittima difesa".
Certo è vero che i casi di indagine per eccesso colposo di difesa non dovrebbero essere così portati alla ribalta mediatica e soprattutto i tempi di tali procedimenti dovrebbero essere più snelli, portando anche ad archiviazioni più facili e quiete nel momento in cui appare del tutto evidente la dinamica di legittimità della difesa... ma da qui ad invocare che non ci voglia mai il dovuto approfondimento della vicenda quasi come succede negli Stati Uniti ce ne vuole.
E per capire il motivo per cui una riforma del genere sarebbe sbagliata basta pensare allo scenario che si aprirebbe nel caso di una legittima difesa libera e sempre e comunque presunta per legge senza possibilità di approfondire: sarebbe semplicemente possibile invitare qualcuno a casa propria, ucciderlo a sangue freddo e sostenre che si sia trattato di legittima difesa (come già in fondo potrebbe avvenire dall'introduzione della confusa riforma del 2006)... e in tal caso, a parte le scene più raffazzonate ed inverosimili, chi potrebbe contestare una legittima difesa presunta per legge? Quanto dovrebbero essere complesse le indagini e quanti ostacoli burocratici e non solo dovrebbero essere valicati per poter arrivare all'accertamento della verità?
Se una riforma della legittima difesa deve esserci, sta nella semplificazione delle indagini e magari nella compressione della possibilità di chi ha dato origine alle circostanze di legittima difesa di chiedere immeritati risarcimenti e di rivalersi così oltre ogni logica e ogni dignità su chi si è difeso in caso di procedimento per eccesso colposo di legittima difesa. Di certo una riforma seria non si può concretizzare nell'americanizzazione della scriminante e nella sostanziale libertà di sparare e fare del male a qualcuno più del dovuto e di quanto si stia subendo.

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