domenica 31 dicembre 2017

Propositi per il nuovo anno? Proposte di leggi

Il 2017 si sta chiudendo con le Camere ormai sciolte e con l'impossibilità ormai di fatto e di diritto di formulare nuove leggi e il Governo rimane in carica solo per l'ordinaria amministrazione fino al giorno delle elezioni.
E in questo giorno in cui l'anno è ormai sul finire si è soliti formulare auguri e buoni propositi per il nuovo anno. In ossequio a questa tradizione, la possibilità è propizia per formulare dei buoni propositi, ma per una volta la tradizione potrebbe essere rivolta con un'altra ottica: quella di proporre al nuovo Parlamento, comunque esso sia composto, di lavorare su alcuni disegni di legge molto più utili e concreti di quelli che si sono visti negli ultimi anni.
Qui di seguito ve ne sono alcuni, corredati di relative motivazioni per cui ci potrebbe essere quella suddetta utilità.

Introduzione della responsabilità solidale dei club sportivi e degli ultras per i danni causati da questi ultimi
Purtroppo si sprecano nelle cronache gli episodi in cui gli ultras si sono scatenati in nome dello sport o di squadre sportive, quindi per motivi assolutamente futili e banali (a voler essere buoni), e hanno causato danni difficili da quantificare e più ancora da riparare. E chi paga? Purtroppo non loro, in pieno spregio al principio "chi rompe paga".
Da un certo punto di vista, è anche comprensibile: purtroppo è fisiologico che i responsabili siano difficili da identificare e spesso riescano in qualche maniera a farla franca perché non hanno nemmeno il coraggio di agire a viso aperto e anche uei pochi che vengono presi e processati, anche a volerli spreme giustamente come limoni, non hanno spesso e volentieri abbastanza fondi per riparare ai danni che hanno contribuito a causare... ma ciò che viene distrutto deve essere ricostruito e non lasciato all'abbandono e al degrado. Il punto però resta sempre uno e uno soltanto: con quali soldi? In mancanza di responsabili, alla fin della fiera paga il pubblico... ovvero, in definitiva, le tasse degli Italiani.
Ma perché anche chi non è tifoso di una data squadra in nome della quale è partita la guerriglia o magari non tifa proprio per quello sport dovrebbe essere costretto a pagare? Certo, la ricostruzione va anche a vantaggio suo, ma lui che colpa ne ha se altri poco dotati di senso civico sono andati a spaccare tutto in nome di uno sport o di una squadra sportiva? Sarebbe molto più giusto che a pagare in prima istanza sia proprio la squadra sportiva in nome della quale e per la quale si scatena la brutalità. E dato che lo sport non fa nulla per arginare il fenomeno ed arginare gli esaltati che vivono per esso, che almeno paghi la ricostruzione!

Modifica del regime di tassazione e della burocrazia
Questa è forse l'opera somma di un economista, ma ormai siamo arrivati ad un punto in cui non se ne può più: tasse, accise, gabelle, stangate, aumenti dei prezzi, rincari delle bollette, versamenti INPS, INAIL, IVA, oneri... insomma, non si sa più a questo punto cosa sia esentasse o comunque ad un prezzo ragionevole e sembra quasi che lo Stato non sappia più cosa inventarsi per far pagare ancora un po'... per concedere in cambio dei servizi di qualità altalenante. Quando poi i servizi ci sono, cosa che dovrebbe essere scontata, ma che purtroppo così non sempre è.
Certo, si può dire che la colpa sia dell'evasione fiscale e della corruzione... vero, anzi verissimo, ma non solo: la colpa è anche di una burocrazia lenta e di tempi tecnici obbligati per leggi o regolamenti obsoleti, mancanze strutturali che fa in modo di sprecare e far impiegare male le risorse a disposizione. E alcune tasse poi sono strutturate anche in maniera tale da essere difficili da comprendere e meno ancora da pagare, soprattutto contravvenendo al principio di proporzionalità delle tassazioni... anzi, il sistema attuale è praticamente tutto fuorché proporzionale.
Rendere le tasse proporzionali, proporzionate ed omogenee, tagliare i tempi tecnici, tagliare davvero i tempi morti, eliminare e semplificare i passaggi burocratici e togliere le condizioni che impediscono di ridurre le tasse sarebbero un primo passo per stare davvero bene tutti quanti. Anche perché non bisogna dimenticare un normale effetto: più una tassa è alta e più si tende a trovare alternative per ottenere lo stesso risultato voluto... e più tasse ci sono, maggiori sono i tentativi di pagarne il meno possibile.
Meno tasse, meno care e meglio impiegate per servizi più efficienti e più rapidi costituiscono il fondamento per iniziare a stare meglio, pagando tutti le giuste tasse.

Regolamentazione del mercato della prostituzione
Tagliando tutti gli indugi, la materia della prostituzione è oggi una delle più grandi zone grigie d'Italia, resa tale dalla cecità e dall'ideologia di moralismo proibizionista che hanno portato all'approvazione della Legge Merlin e dalle ipocrisie successive, che rendono illegale lo sfruttamento della prostituzione e la ricerca di persone con cui collaborare in questo settore, ma allo stesso tempo non la proibisce se viene svolta in ambito privato da singole persone, soprattutto quando questa attività avviene in appartamenti o spazi comunque privati.
Il quadro non si esaurisce certo in così poche righe e anzi molto ci sarebbe ancora da dire sui paradossi di questo settore, ma a voler vedere bene quello che si dovrebbe fare, la risposta è una sola: legalizzare e regolamentare. E farlo bene. Perché non è vero che "nessuna donna vorrebbe essere una prstituta" così come non è nemmeno vero che sia un fenomeno solo ed esclusivamente femminile: se ne parla poco e forse le proporzioni non sono le medesime, ma non bisogna dimenticare che anche uomini e transessuali sono coinvolti nel fenomeno.
Ad oggi infatti la mancanza di leggi e regolamenti compiuti permette la proliferazione di fenomeni paralegali o illegali del tutto, passando dall'evasione fiscale all'immigrazione clandestina e al conseguente sfruttamento di schiave sulle strade (e non solo), che purtroppo esercitano in concomitanza di altre persone che svolgono liberamente e volontariamente il medesimo mestiere. Mestiere non facile, tutt'altro che per tutti, ricco di sfumature, considerazioni, giudizi e (s)vantaggi, ma pur sempre un mestiere che frutta e muove parecchi soldi ogni anno. Soldi a cui lo Stato ha abdicato dai tempi dell'approvazione della citata Legge Merlin, assieme alla doverosa tutela di chi lavora in questo settore, invece che correggere le storture che vi erano all'epoca.
Ad oggi il fenomeno è tutt'altro che scomparso e anzi a tutti gli effetti la Legge Merlin ed il moralismo successivo hanno anzi aggravato e reso più fosco che mai il quadro attuale, quadro in cui ormai le stesse persone che volontariamente vi lavorano cominciano da tempo a chiedere leggi, tutele e dignità. La stessa dignità che vari governi e discorsi pubblici hanno fino ad oggi inspiegabilmente negato e che anzi hanno permesso che molte organizzazioni potessero prosperare grazie ai corpi altrui... al punto che ad oggi non è possibile a volte capire chi volontariamente si dedichi a questo mestiere e chi no.
Creare leggi, regolamenti e condizioni per esercitare con maggior sicurezza è ormai diventato doverso non solo per ottenere delle nuove risorse per diminuire le tasse allargando la base di tassazione (e andando quindi ad ampliare quanto già detto al punto precedente), ma anche per migliorare le condizioni di tutti i coinvolti e sottrarre questo ambito alle organizzazioni criminali, per poterle meglio indagare, inquisire e smantellare, liberando così persone che non vogliano esserci coinvolte e permettendo piena dignità e leale concorrenza a coloro che vogliono esercitare onestamente, alla luce del sole e della legalità... e magari senza pregiudizi.

Introduzione dell'aggravante dei motivi culturali
Nell'ambito della repressione dei fatti di reato o che sono potenzialmente tali, l'ordinamento dello Stato ha in qualche modo trascurato di regolamentare quei casi in cui dei delitti vengano commessi perché determinati o istigati da culture straniere, prime fra tutte quelle nomani... o estranee all'ordinamento pur da parte di cittadini italiani, quali ad esempio le (sub)culture mafiose. Di conseguenza la giurisprudenza, priva di un dato certo e di una norma da applicare, non ha tenuto un orientamento univoco e costante e i diversi casi non hanno un'unica applicazione.
Per questo sarebbe utile mettere un punto fermo sulla questione ed affermare che la cultura e l'ordinamento italiani non sono degli orpelli passeggeri, ma qualcosa di fondamentale e da rispettare, da cambiare forse, ma in quel caso con i giusti tempi e modi, di certo non con il crimine. E pertanto l'appartenenza ad una cultura straniera o estranea non deve essere una giustificazione o un motivo per lasciare impuniti certi fatti, ma che anzi gli stessi devono essere a maggior ragione puniti perché più offensivi dei normali reati.
Una norma quindi non pre creare discriminazione, ma per proteggere tutti coloro che, vivendo in Italia come Italiani, non debbano sentirsi minacciati di dover rispettare per forza qualcosa di radicalmente sbagliato ed estraneo.

Cancellazione della cittadinanza ai condannati per mafia
L'ordinamento italiano prevede i modi per ottenere la cittadinanza, ma anche pochi casi in cui è possibile perderla. Questo dovrebbe essere riconosciuto ed introdotto come un nuovo caso di perdita di questo importante status personale.
In relativa conseguenza alla norma auspicata poco sopra, vi è anche questa, che trova la sua causa di esistenza in una semplice considerazione: coloro che appartengono ad una cosca mafiosa, ne adottano la visione e la cultura di parassiti che si vorrebbero sostituire all'Italia, allo Stato e alle sue leggi imponendo a tutti le proprie, quasi fossero un diverso stato nello Stato.
Ebbene, come tali quindi andrebbero considerati e puniti: dei criminali che già di base si comportano come dei non-Italiani e che quindi come tali dovrebbero essere espulsi dal novero dei cittadini e trattati come appartenenti ad un'altra compagine statale... ma dal momento che non esistono altri Stati che possano ammettere legalmente cittadini e metodi del genere, logica derivazione è che questi soggetti non appartegono a nessuno Stato, ovvero siano degli apolidi. Arrivare ad una condanna penale definitiva per delitti di criminalità organizzata è un percorso lungo, articolato, ma che alla fine lascia pochi margini di dubbio in merito. E che non merita sconti o pietà.
Un'unica eccezione a questo principio ci dovrebbe essere: i pentiti di mafia. Pentiti autentici, non di circostanza, che davvero dimostrino di voler rimanere italiani e non mafiosi estranei alla nostra cultura.


Questi sono alcuni buoni propositi di miglioramento della legge italiana che andrebbero presi e magari realizzati entro i primi mesi dell'anno che verrà, ma che concretamente potrebbero prendere molto più tempo per essere strutturati ed approvati.
E voi? Quali altri buoni propositi avete nel cassetto?

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